Applicazioni dell’OCT nello studio del nervo ottico

 

Le principali applicazioni dell’OCT nello studio del nervo ottico si possono così riassumere:

  1. Valutazione in micron dello spessore delle fibre nervose peripapillari e di ogni quadrante. La precisa quantificazione dello spessore delle fibre nervose fa riferimento a un database normativo per occhi normali, divisi per sesso, età e razza, e tuttavia variabile per ogni strumento.
  2. Analisi morfometrica del disco ottico con analisi dell’area del disco ottico e del rapporto Cup/Disc e del volume della rima neuronale.
  3. Valutazione dello strato del complesso ganglionare esistente tra la macula e il nervo ottico (disponibile solo con alcuni strumenti).

 

Patologie del nervo ottico

Glaucoma

 

Il Glaucoma è una neuropatia ottica che determina difetti del campo visivo in corrispondenza della porzione di disco ottico danneggiata. L’assottigliamento delle fibre nervose in corrispondenza del disco sono la chiave diagnostica del glaucoma. 

La perdita della visione nel paziente glaucomatoso è provocata dalla morte per apoptosi delle cellule ganglionari retiniche che comportano atrofia delle fibre nervose che collegano la retina al cervello.

Molti sono gli strumenti a disposizione: l’HRT, il GDX e appunto l’OCT. 

Un precoce assottigliamento delle fibre nervose in corrispondenza della papilla ottica è considerato dato predittivo per danno in pazienti con sospetto glaucoma. Inoltre lo studio dello spessore delle fibre nervose si è dimostrato utile per una precoce diagnosi e per studiare l’evoluzione del glaucoma. 

La recente introduzione dello strato delle cellule ganglionari nello studio e nel monitoraggio del glaucoma, ha ulteriormente migliorato le capacità diagnostiche dell’OCT, permettendo di valutare i danni più precoci della malattia 

 

Sclerosi Multipla

 

La Sclerosi Multipla è una malattia neurodegenerativa caratterizzata da demielinizzazione, gliosi e perdita assonale. Fino ad oggi le tecniche neuroradiologiche (RMN) si sono dimostrate fondamentali nel follow up e nella diagnosi di tale malattia.

Come in precedenza scritto, sappiamo che a livello retinico esiste l’unico distretto, fibre nervose e glia, privo di mielina del sistema nervoso centrale. Questo dato ci permette di capire se il danno provocato dalla malattia coinvolga anche la zona assonale, priva della mielina.

Il deficit visivo è uno dei primi danni della SM, che può essere accompagnata o meno da neurite ottica. Spesso i pazienti con SM e neurite ottica hanno un buon recupero visivo, ma la demielizzazione e la perdita assonale determinano danni subdoli e duraturi. Poiché la perdita assonale, a differenza della demielinizzazione, rimane irreversibile si capisce come sia importante uno strumento in grado di diagnosticare e monitorare la malattia a prescindere dagli altri sintomi.

Il danno si manifesta con una riduzione di almeno il 40% dello spessore delle fibre nervose in occhi con un quadro precedente di neurite ottica. Più recenti studi hanno dimostrato nel follow up a 9 anni, dopo un primo episodio di neurite, una riduzione dello spessore delle fibre di almeno il 33%.

È stato inoltre dimostrato che nella SM, non solo gli occhi affetti da neurite presentano riduzione delle fibre nervose, ma anche gli occhi che non hanno ancora sviluppato danni neuritici. È stato dimostrato che circa il 75% dei pazienti con SM e neurite acuta perdono almeno il 10.40 micron di spessore delle fibre in un periodo di circa 3-6 mesi.

Da questi dati risulta come l’OCT sia in grado non solo di aumentare le nostre conoscenze circa il meccanismo di danno neuronale, ma anche come possa essere usato per monitorare le nuove strategie terapeutiche con farmaci neuroprotettori.

 

Malattie Neuroftalmologiche

 

Abbiamo già ricordato come la retina sia l’unica postazione del corpo umano in cui gli assoni nervosi possono essere direttamente valutati. La quantificazione dello strato delle fibre nervose ottenibile con OCT ha aperto quindi negli ultimi anni una finestra sulle malattie neurologiche e neuroftalmologiche dalle neuriti ottiche alle forme ischemiche e compressive.

 

Papilledema

 

Un edema del disco ottico secondario a aumentata pressione intracranica è il segno classico del papilledema. L’OCT è in grado di valutare l’aumento di spessore delle fibre o una sua riduzione a seconda dell’evolversi della patologia.

 

Emicrania

 

La Cefalea si può dividere in due sottotipi: con aura e senza aura. La cefalea senza aura è caratterizzata da ricorrenti attacchi che possono durare dalle 4 alle 72 ore. La cefalea con aurea è caratterizzata da sintomi neurologici che possono svilupparsi in 5-20 minuti ed essere seguiti appunto da cefalea. Molti sono i dubbi circa la sua patogenesi, che può variare da una riduzione del flusso cerebrale a vasospasmi locali che possono portare a danni del nervo ottico. Recentemente è stata individuata una riduzione dello spessore delle fibre nervose, con OCT, nel quadrante temporale del nervo ottico, comparata con quello di pazienti sani.

 

Neuropatie Compressive

 

 

Anche in queste forme, secondarie a neoformazione del Sistema nervoso Centrale con coinvolgimento delle vie ottiche, l’OCT può dimostrarsi utile nel valutare eventuali segni di sofferenza a carico delle fibre del Nervo Ottico, con perdita e conseguente assottigliamento dello Strato delle fibre nervose.


Crea un sito web gratis Webnode